Come già detto le ultime 100 miglia della quarta tappa del Global Challenge sono state caratterizzate da forti correnti contrarie causate da un vento che ha toccato punte di 40 nodi. Ma, come è successo a molte della barche in regata, proprio in dirittura d'arrivo vicino al rilievo muntuoso di Table Mountain, il vento si è indebolito sempre più, un fenomeno tipico dell'area di Cape Town.
Abbiamo chiesto ad Amedeo quale sia stata la parte più difficile della lunga navigazione. “Sicuramente trovarsi in undicesima posizione. Ci siamo visti costretti a dover prendere una decisione e allontanarci dal resto della flotta. Mi sono voluto spingere molto a nord alla ricerca dei venti tropicali che speravo intensi, come molto spesso succede a queste latitudini. In questo modo avremmo avuto la possibilità di trovarci sopravvento per arrivare a Cape Town.
Sapevamo di avere al massimo il 10/20% delle probabilità che ciò accadesse ma abbiamo creduto comunque che valesse la pena di correre il rischio. Questa scelta non ha pagato, ma siamo stati tutti contenti di averci provato. Certo, non siamo felici del risultato, ma sono contento della performance del mio team.
L'equipaggio ha deciso di smettere di guardare ossessivamente alla posizione delle altre barche e di iniziare a riflettere sull'atteggiamento con cui ognuno stava affrontando se stesso in questa durissima prova.”
“Abbiamo avuto una settimana finale molto bella, anche se eravamo un pò delusi del fatto che il rischio corso non ci avesse portato quello che speravamo.
Dunque, dopo 40 giorni di navigazione nella tappa più dura del Global Challenge, quali sono stati i traguardi raggiunti? “Certamente l'umore e l'atteggiamento a bordo. A questo punto della regata le capacità dei componenti dell'equipaggio sono davvero migliorate, ora credo davvero in loro. Se dovessi navigare ancora negli Oceani del Sud, sarei felice di poterlo fare con tutti loro.”
“Essere stati la barca pìù a sud di tutti ”in cerca dei pinguini” scherza Amedeo ”e poi la barca più a nord della flotta, e aver perso la possibilità di sfruttare le correnti di due tempeste…per tutte queste cose, il team ha vissuto una tappa davvero intensa ed emozionante anche se in termini di miglia percorse, abbiamo navigato per circa 500 miglia in più rispetto al resto della flotta.
Amedeo ora non vede l'ora di riabbracciare la moglie e il suo bambino, che non vede da tre mesi. Potrà finalmente farsi un giro tranquillo sulla terra ferma. Amedeo ha inoltre affermato che “anche se siamo arrivati dopo il resto della flotta in realtà non abbiamo perso due giorni, ma li abbiamo guadagnati….” Il team infatti ha utilizzato questi giorni extra per prepararsi alla prossima tappa, non solo, la barca è stata interamente pulita e sistemata così da permettere loro di concedersi qualche giorno in più di svago in Sud Africa.