La regata prevedeva un waypoint a sud dei banchi di Terranova, in una posizione inusuale, 42 gradi di latitudine nord e 49 ovest. Giunti a poche miglia dal waypoint in poppa con spinnaker a riva in una serie di strambate sbagliate abbiamo perso la posizione di testa, proprio quando ci accingevamo a far rotta su La Rochelle.
Vaio si trovava la prua sbarrata dalle altre concorrenti, SAIC che sceglieva una rotta meridionale, Stelmar che poi ha vinto in rotta per circolo massimo e noi una rotta a Nord dove però si erano gia avventurati BG Spirit (soprannominato Big Spirit) ed altre 5 delle 12 barche in regata.
Nonostante ciò in tre giorni risalivamo le posizioni in classifica fino a raggiungere le barche di testa al punto da ingaggiare un match race mozzafiato a quattro con BP, SARK e Pindar, surfando a 12 nodi sotto spinnaker (le barche sono dislocanti) a poche decine di metri una dalla altra, cosa inusuale per una regata oceanica. In questa occasione scoppiavamo il nostro spinnaker da 1,5 e cominciava il nostro calvario.
Solo due giorni dopo, infatti, incappavamo in una calma di vento con rotazione del vento di 360 gradi che letteralmente ci piantava nel mezzo della traversata mentre tutte le barche concorrenti vicine anche solo 4 miglia mantenevano la loro velocità e prendevano un vantaggio di una trentina di miglia la prima, fino ad una decina l'ultima.
Ci ritrovavamo in decima posizione, il morale crollava e nonostante avessimo ancora 1.700 miglia davanti a noi cominciavamo a perdere terreno in uno stillicidio quotidiano. Turno dopo turno (sei ore ndr) perdevamo una o due miglia senza trovare la determinazione di reagire. Anche lo spinnaker pesante finiva in pezzi, irriparabile, dandoci il colpo di grazia. Riuscivamo comunque a mantenere l'ottava posizione nella cavalcata con venti portanti che ci accompagnava fino alle porte del Golfo di Biscaglia, il vento calava, nella speranza che le altre barche fossero rallentate nell' alta pressione tentavo di avvicinarmi alla costa per sfruttare le brezze, ma il vento tornava sostenuto e giungevamo decimi.
Per darvi un'idea del livello della competizione e del grado di preparazione ormai raggiunto dagli equipaggi, dopo 3.200 miglia undici barche su dodici tagliavano la linea di arrivo in un arco di sole 7 ore.
Il vincitore Stelmar all'alba SAIC all'ora di pranzo, per ultima. Entrare a La Rochelle circondati da due ali di folla sul canale e i festeggiamenti all'arrivo ci facevano dimenticare la prestazione un po' grigia. Ci ricordava invece il fatto che la nostra grande scommessa era tornare in Europa dopo 9 mesi e tutti in un pezzo, noi e la barca.
A parte il dito mignolo di Geoff il nostro prodiere e gli spinnaker, l'obiettivo è stato raggiunto e le brasserie lungo il porto ne hanno avuto concreta testimonianza nella grande festa finale che si e protratta fino a mattino inoltrato.